Michel Baron - Corso d'armonia
© Versione italiana a cura di Joanne Maria Pini |
Estratti da un trattato
I testi seguenti sono una scelta tratta dalla lunghissima Introduzione o dalle note a piè di pagina del Traité de l'Harmonie in tre volumi, di Charles Koechlin. Ringrazio Gérald Hugon, del servizio copyright delle Éditions Max Eschig per avermi autorizzato a riprodurre nella Internet questo compendio di preoccupazioni pedagogiche d'un grande insegnante, valide ancora al giorno d'oggi.
L'oggetto dell'armonia | |
P. 3 dernier § et note 2 |
Ricordatevi di J. S. Bach : "Ho dovuto lavorare molto - diceva. Qualsiasi altro, con altrettanto lavoro, sarebbe arrivato dove sono arrivato io"... Estrema modestia, lo so bene, ma bisogna ricordarsi dell'incoraggiamento. Se veramente il genio è una lunga applicazione, cominciate coll'accordare questa costanza allo studio dell'armonia, e ne sarete ricompensati. A proposito di questa tecnica, ci si chiederà forse perché lo studio dell'armonia non si limiti affatto a quella dei maestri. Analisi delle loro opere, conoscenza, giudizio della loro arte, - esame delle condizioni nelle quali impiegano gli accordi, studio approfondito del loro vocabolario. - Si potrebbe altrettanto bene sostenere che la sola lettura dei poeti sarebbe sufficiente a formare dei nuovi poeti. E l'esempio di certi geni rinforzerebbe la tesi. Ma non è che dei grandi geni. E, in generale, pare che l'uso - in letteratura, d'apprendere la grammatica, di praticare l'analisi logica e grammaticale, di studiare la sintassi, di esercitarsi in composizione francese o anche con versi latini, - in musica, di passare dalla trafila del solfeggio, dell'armonia, del contrappunto e della fuga, - sia, fino ad oggi, quel che ha prodotto i migliori risultati. Lo studio separato dell'armonia e del contrappunto ha le sue ragioni pratiche. C'è, lo so bene, qualcosa d'artificiale in questa classificazione, ad esercitarsi separatamente e quasi schematicamente con gli elementi della musica che le composizioni dei maestri ci rivelano intimamante fuse. Ma l'assemblare il tutto (così, presso Bach) presenta una tale complessità che l'allievo inesperto vi si perderebbe, se volesse, per suo conto, ex abrupto, dedicarvicisi. L'analisi (non meno della pratica) di questo stile nel quale s'uniscono l'armonia e il contrappunto, è d'altro canto molto delicata e non la si saprebbe proporre ad un principiante. Al contrario, le lezioni d'armonia offerte agli allievi, gli accordi semplici con i quali si esercita all'inizio, gli studii di contrappunto rigoroso poi ed infine la fuga scolastica, presentano le difficoltà ad una ad una, le separano e ne graduano il lavoro. |
P. 1 §§ 2 e seguenti |
(...) L'esperianza acquisita ci conduce a concludere che lo studio dell'armonia deve precedere quello del contrappunto e della fuga. Essa è preziosa da diversi punti di vista :
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Le regole | |
P. 2 § 3 |
Insistiamo, fin da ora, su questo punto: se le Regole dell'armonia vi paiono violate (ed esse in effetti lo sono) da molti indiscutibili capolavori , pur tuttavia realmente tradizionali, scritti in un linguaggio elegante e che tutti capiscono, queste regole sono profittevoli, per non dire assolutamente necessarie a chi voglia lavorare seriamente. Violarle sin dall'inizio condurrebbe a monotoni "movimenti paralleli". La libertà totale che ci si attribuirebbe, non sapendone usarne, allora che maldestramente. Questo fatto d'esperienza non lo si può contestare. |
I lavori | |
P. 2 § 6 |
Quanto al modo di lavorare, si raccomanda in generale l'abitudine di scrivere a tavolino, senza l'aiuto del pianoforte. A questo fine è necessario sviluppare il senso dell'orecchio interno; ogni buon musicista lo possiede in una certa misura, ma è coltivando questo dono che raggiungerà dei risultati pressoché insperati. Tuttavia noi consigliamo (soprattutto all'inizio) di verificare al piano: notate bene gli errori dell'orecchio e tutte le sorprese che potrete avere. Prima d'esser letta, la musica è fatta per essere ascoltata: con esecuzioni al piano, con la memorizzazione di queste esecuzioni, svilupperete la vostra facoltà d'ascoltare nel silenzio quelle sonorità simultanee che sono gli accordi. |
P. 3 § 4 |
(...) Nei suoi "compiti d'armonia", sempre e innanzitutto, l'alunno dovrà sforzarsi di far della musica. Io penso che i primi esercizi gli parranno molto semplicistici: giudicherà difficile, con questi testi, comporre dei pezzi di musica. Purtuttavia, di già (e direi pressoché soprattutto) nel maneggio così delicato degli accordi perfetti, la musicalità si rivela. Trovare le disposizioni migliori delle sonorità, le concatenazioni agevoli e naturali (almeno per il soprano), non è per nulla facile. Pervenirvi, è cosa da vero musicista. |
P. 3 note 2, fine del § 2 e seguenti |
(...) Poi, giunto agli accordi di settima, ai ritardi, alle note di passaggio, etc... prenderà contatto con il linguaggio avvicinandosi a quello dei musicisti "classici", a questo punto, padronissimo lui d'analizzare armonicamente (e tonalmente) talune opere dei maestri. Quanto alla musica più recente, quella scritta dopo l'inizio del XX secolo, vi si noterà tante di quelle innovazioni (e talvolta talmente impreviste) che sembreranno ribelli alla normale analisi, e nello stesso tempo contrarie alla maggior parte delle convenzioni in uso fino a quel punto. In realtà, uno studio approfondito dell'evoluzione armonica mostrerebbe il costante progredire, naturale e incoercibile, di questa evoluzione. |
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