Michel Baron - Corso d'armonia
© Versione italiana a cura di Joanne Maria Pini |
Primo rivolto: accordo di terza e sesta
D'ora in avanti è necessario non confondere i due termini : basso e fondamentale. L'accordo di terza e sesta è il primo rivolto della triade. In altre parole, il basso dell'accordo di terza e sesta corrisponde alla terza dell'accordo stesso in stato fondamentale. [Il basso dell'accordo in stato fondamentale si dice "basso fondamentale", il basso dei rivolti, solo "basso" - ndt]
Numerazione
La sola posizione da evitare, finché è possibile, ed è una regola generale, è quella di porre un'ottava tra le due voci intermedie quando il basso ed il tenore siano più distanti di una terza (esempio a destra).
Un complemento alla numerazione : il tratto
Quando più tempi consecutivi sono armonizzati con la medesima funzione armonica (ossia lo stesso accordo, le stesse note) ma con cambi di posizione o rivolti, si usa porre la numerazione una sola volta e di sottintendere la numerazione per tutti gli altri tempi, per mezzo di un tratto. Il vantaggio è che con un colpo d'occhio si comprende che si tratta d'una sola armonia per tutta la sua durata. Di conseguenza :
Per tutta la durata del tratto, sono le note indicate dalla numerazione che continuano ad essere utilizzate. Solo la loro posizione (disposizione delle voci, scelta dei raddoppi) può esser modificata a piacimento dal realizzatore. L'eventuale cambio di rivolto è determinato solo dal cambio eventuale del basso :
Durante la durata d'un accordo, se il basso rimane fermo per tutto il tratto, il rivolto rimane immutato. Durante l'accordo, se il basso sale o scende per terza durante il tratto, l'accordo cambia rivolto.
Impiego dell'accordo di terza e sesta
L'accordo di terza e sesta ha lo stesso significato armonico del corrispondente accordo in stato fondamentale (una terza sotto). Ciononostante il suo carattere è meno affermativo.
Raddoppi del basso da evitare
Non si sopprime nessuna nota dell' accordo di terza e sesta e abitualmente si evita di raddoppiare il basso, cosa che lo rinforzerebbe esageratamente e creerebbe una pesantezza (corrisponde infatti alla terza della triade).
Al contrario, si può tollerare questo raddoppio occasionalmente nel corso d'un cambio di posizione o di stato, allorché una delle due note raddoppiate è già ferma (i trattati dicono anche: se il raddoppio non è "attaccato") [in francese "attaquer" significa che tutte le note vengono emesse contemporaneamente, ossia che non vi sono, ad esempio, preparazioni - ndt]
Raddoppi raccomandati del basso
Il rinforzo del basso per mezzo d'un raddoppio è del tutto auspicabile nei casi seguenti :
Quando si tratta d'una nota tonale (più spesso il IV o il V), soprattutto nella concatenazione II6-V che conduce spesso ad una cadenza). La posizione migliore del raddoppio è sovente al tenore.
Quando il raddoppio avviene a causa di moto contrario per grado congiunto, dato l'interesse delle linee melodiche.
- Infine, quando si tratta di un "falso accordo di terza e sesta", essendo al basso la dominante.
Osservate gli accordi di terza e sesta nei due esempli seguenti e determinate per quali delle ragioni precedentemente esposte il loro basso è stato raddoppiato.
La sesta napoletana
Si tratta dell'accordo II6 che va al V grado nel modo minore, ma del quale la sesta (che corrisponde al secondo grado della tonalità) è abbassata d'un semitono cromatico. Quest'effetto musicale impiegato nella scuola di Napoli (durante il Rinascimento) è stato utilizzato dalla musica tonale di tutte le epoche successive.
La sua caratteristica consiste principalmente nel porre in risalto l'intervallo - drammatico - di terza diminuita tra la sesta e la sensibile del successivo accordo di dominante. (Nota: si utilizza anche una successione di due semitoni se viene interposto un accordo di terza e sesta oppure una quarta e sesta cadenzale).
Nella sesta napoletana, si deve raddoppiare il basso come in tutti gli accordi di II6, perché la nota della sesta ha un carattere discendente.
Nota: quando s'utilizzerà la settima di dominante, si troverà un caso in cui si può raddoppiare la sesta, a condizione che il basso stia fermo e muova poi verso un accordo di tritono. Vedere a questo proposito la pagina delle modulazioni, al paragrafo False relazioni ed in particolare : "Sesta napoletana".
Consigli per i bassi dati
All'inizio degli studi, si guadagnerà del tempo prezioso tenendo presente che la differenza principale tra la triade e il suo primo rivolto sta giustamente nella nota che caratterizza la loro numerazione. Nella maggior parte dei casi, la scelta migliore è quella di porre la sesta al soprano, e quando non si faccia questa scelta, bisogna almeno averla attentamente esaminata perché ne deriva molto spesso una linea evidente.
La miglior posizione nell'accordo II6 che va al V grado è quasi sempre di lasciare la sesta al soprano e di raddoppiare il basso al tenore, sovente in seguito ad un intervallo discendente.
Consigli per i canti dati
Si ha un basso da determinare, da scegliere tra i due possibili rivolti dell'accordo che si sarà immaginato sotto il canto.
All'inizio degli studi, ci si può affidare agli elementari principi seguenti :
Quando il soprano è la terza dell'accordo sentito (immaginato), è meglio porre l'accordo in stato fondamentale.
Quando il soprano è la quinta o la fondamentale dell'accordo sentito, è spesso più accorto scegliere il primo rivolto.
Impieghi frequenti
Non dimenticare che il basso dell'accordo di terza e sesta è posto sovente sul VII grado (sulla sensibile). Ciononostante, il carattere dell'accordo è meno affermativo del corrispondente accordo di terza e quinta sul V grado.
Lo si incontra anche sui gradi III, IV e VI. Questi accordi di terza e sesta hanno in effetti le identiche funzioni delle triadi poste sul I, II e IV.
Notare che il II grado nel modo minore (triade diminuita) perde il suo carattere lamentoso quando è impiegato al primo rivolto (II6).
Raramente il basso dell'accordo di terza e sesta s'incontra sulla tonica. Più spesso, questo accordo di terza e sesta succede all'accordo di terza e quinta del I grado.
Occasionalmente, si può incontrare un accordo di terza e sesta del quale il basso sarebbe posto sulla dominante :
Nel corso d'una concatenazione di accordi di terza e seste parallele.
Nella misura in cui un "falso accordo di terza e sesta", nel quale la sesta è in realtà una appoggiatura della quinta nell'accordo di dominante (vedi esempio al paragrafo riguardante i raddoppi raccomandati al basso).
Nuove precauzioni da prendere derivanti dall'impiego dei rivolti
Sincope d'armonia
In linea di principio, un'armonia presa su di un tempo debole non si prolunga su di un tempo forte (in particolare su un primo tempo di misura) anche quando si tratta d'un accordo che si presenta in differenti rivolti. Questa pratica potrà presentarsi più tardi senza troppa goffaggine, ad esempio, quando le linee melodiche saranno d'un discreto interesse contrappuntistico.
Quinte e ottave consecutive
Uno o più cambiamenti di stato o di posizione all'interno d'un medesimo accordo non annullano gli errori di quinte e ottave consecutive tra un'armonia e la seguente : è necessario che un'altra armonia (un terzo accordo, diverso, è sovente necessario per isolare un accordo dall'altro) sia ascoltato tra quello che fa sentire la prima quinta o ottava e quello che fa sentire la seconda.
Esempio 1 : vi sono tre errori. Le quinte o ottave segnate nella seconda misura sono errate, perché si producono nel corso di due armonie consecutive. Anche se si producessero sul tempo debole della seconda misura, e anche se all'interno di una scrittura più complessa, più avanti, si potrà talvolta tollerare certe quinte o ottave di questo genere; bisogna per ora imparare a correggerle, diciamo piuttosto : a padroneggiarle.
Esempi 2 e 3 : due maniere (tra altre?) di correggere degli errori. Si è cercato di correggere i tre errori senza modificare né il soprano né il basso, come in una situazione nella quale fosse vietato di modificarli (basso dato o, ancora, canto dato). Ben altre modificazioni sono possibili quando si possa modificare il soprano, o cambiare il basso o l'armonia. E' spesso sufficiente spostare una sola nota (anche se si tratta d'un raddoppio) per correggere il problema. Qui il re del tenore è la nota più difettosa e, giustamente, gli acxcordi di terza e sesta offrono una maggior scelta di posizioni ordinarie.
Bassi dati : Henri Challan, 380 basses et chants donnés, 1° raccolta, nn. da 31 a 45. Solo il 44 e il 45 sono un poco più delicati. Da notare il 33 per gli andamenti in seste parallele (misure 5 e 6), il 38 per le successioni 3/6-3/5, il 39 che inizia con una progressione mozartiana molto nota, e soprattutto il 41 che non bisogna dimenticare in virtù della bellezza del disegno melodico che già può offrire spunti per imitazioni tra una voce e l'altra.
Canti dati : Henri Challan, 380 basses et chants donnés, 1° raccolta. Esercizio 46 e seguenti. Si può preferibilmente realizzare qualche esercizio in maggiore. Da notare: il 48 fa appello ad una triade diminuita sul 4o tempo della misura 4. Io ho una personale allergia contro il 51, benché abbia l'utilità di far esercitare su di una progressione (misure 5 e 6).
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